È disponibile in libreria Il freddo rumore (Edizioni Eventualmente) l’ultimo libro di Nicola Rampin, poeta ed editore di origini venete, il cui impegno culturale e artistico è indirizzato soprattutto verso il rispetto delle opinioni.
Il freddo rumore è un racconto intenso che può spiazzare il lettore non abituato a questo genere di storie. Laura è una tossicodipendente, entrata controvoglia in una comunità di recupero in seguito a una overdose che le ha fatto rischiare la vita. Mentre affronta giornate per lei monotone, confusa e arrabbiata ma costretta a restare lucida, senza potersi rifugiare nella ‘dose’ o nel ‘buco’ che le hanno permesso a lungo di nascondere le difficoltà, Laura usa le sue doti di scrittrice (è un’autrice disoccupata) per confidare a un diario alcuni episodi della sua vita. Ambientato a Padova, tra i mesi di giugno e settembre 2002, il racconto è una successione di episodi di amore e degrado, vissuti intensamente, come in un dormiveglia dove tutto viene tollerato perché in fin dei conti non è importante, nell’attesa di risvegliarsi in un’altra condizione e realtà.
La penna di Laura racconta i tormenti per amori trovati e persi nel modo peggiore: Antonio e Manuela le sono entrati nell’anima, ma la morte ha interrotto quei legami, lasciando solo siringhe, sporcizia, il buio. È questo il prezzo che si paga per eliminare i profondi e radicati disagi esistenziali? Può il freddo della morte essere l’unica via di uscita al rumore di una vita amara, ingannevole e confusa?
Il coraggio di farsi amica la morte, Laura non ce l’ha. Vittima della droga, è anche vittima della vita, perché continua ad aspettare un cambiamento. Resusciterò, dichiara, per poi ammettere che ci vuole coraggio per suicidarsi, ma forse ci vuole più coraggio per la vita. Conoscendo la perfetta inutilità della speranza, meglio aspettare in quello stato di benessere, di magico vuoto, del tutto effimeri. Pur sapendo che ogni concessione a questo bisogno è una sconfitta che la avvicina alla fine.