Il libro di compone di due parti.
La prima, Il Trono Ludovisi. Analisi comparata, vuole dimostrare con una serie di osservazioni, ricerca di analogie e conseguenti deduzioni, che si tratta di un'opera contemporanea, comunque non ascrivibile ad autore greco del V secolo a.C., come si è ritenuto finora.
La seconda parte, Simulazione di un processo creativo, propone invece un'ipotesi concreta sull'identità umana e artistica dell'autore, simulandone la situazione emozionale, di pensiero e le modalità di creazione del Trono.
La clamorosa contrastazione di Federico Zeri sull'autenticità del Trono Ludovisi come opera d'arte magnogreca del VI-V secolo a.C., per alcuni anni divise il mondo dell'arte tra furiosi dibattiti e processi massmediali, cui partecipò il pubblico più acculturato con apporti, anche interessanti, di ogni genere.
Nella critica d'arte si distinsero per forte partecipazione emotiva Vittorio Sgarbi, lo stesso Argan (sostenitore dell'autenticità) e in contrapposizione Federico Zeri, piuttosto isolato, le cui ragioni vennero a surrogare con maggiore completezza e con l'avallo di entrambe le avverse fazioni.
La scultura, che dalla sua scoperta nel 1887 divenne celeberrima e "pietra di paragone" dell'arte greca di transizione tra arcaismo maturo e periodo classico, è stata poi trasferita dal Museo Nazionale Romano al restaurato Museo Altemps, di tradizione germanica a Roma, trovando una piena valorizzazione come meritava la sua specificità culturale.
La vera storia del Trono Ludovisi, così com'è stato possibile ricostruirla con l'aiuto di testi amatoriali e ricerche d'archivio in varie città europee, si è rivelata una vera e propria avventura dello spirito umano, di cui furono protagonisti scienziati e artisti dell'Ottocento, referenti di ambienti intellettuali di prim'ordine.
Le tematiche coinvolte sono ancor oggi di scottante attualità: