Esce ad aprile per Edizioni Clandestine il libro Insospettabili mostri di Christian Kolbe, un testo che indaga in modo dettagliato i motivi alla base del macabro modus operandi dei più efferati assassini.
Da Joachim Kroll a Edmund Kemper III, da Albert Fish agli “squartatori di Chicago”, l’autore svela le loro storie, spesso caratterizzate da un’infanzia travagliata, e si sofferma sulle loro frustrazioni, perversioni e insicurezze che poi riversano sulle loro vittime. Tra loro perfino padri amorevoli e cittadini encomiabili, che però nel profondo dell’animo covano impulsi altamente distruttivi. Killer che uccidono senza distinzioni di razza, sesso, età. Chi ha la sfortuna di incrociare il loro cammino va incontro a stupri, torture, macellazioni vere e proprie. Atrocità che gli stessi insospettabili mostri ammettono con distacco e freddezza negli interrogatori.
«Da tempo coltivavo una fantasia. Di ingerirla, la carne. Per cui, tagliate alcune fette dalle parti che pensavo più saporite, le avvolsi in un foglio di giornale e, quella sera stessa, le cucinai» Joachim Kroll.
«Feci uno stufato con le sue orecchie, il naso, pezzi della sua faccia e con il ventre. Misi cipolle, carote, rape, sedano, sale e pepe. Era buono» Albert Fish.
«La immortalai in alcuni scatti per il mio album segreto dei ricordi, poi presi a sezionarla, staccandole prima gli arti superiori e inferiori ed infine decapitandola. Adoro il rumore prodotto da una testa che si stacca dal tronco…» Edmund Emil Kemper III.
Christian Kolbe (Cracovia, 1961) è un giornalista esperto di criminologia, laureato in giurisprudenza. Dopo aver collaborato con la «Gazeta Wyborcza», si è trasferito in Germania dove ha insegnato alcuni anni nei dipartimenti di diritto presso l’Università di Francoforte, dedicandosi inoltre all’attività di traduttore. Tra le opere da lui tradotte figurano i grandi classici, tra cui Memorie del sottosuolo, Ewald Tragy, Il processo, Le affinità elettive