In una Sardegna onirica degli anni Sessanta, un giovane trova l’amore e scopre che il mondo è più grande di quello che credeva
Esce per Edizioni EventualMente Chiaro di Venere di Claudio Demurtas, un romanzo ambientato negli anni ’60 che, per la particolare qualità narrativa e il virtuosismo stilistico, parteciperà alla 55a Edizione del Premio Campiello.
Il libro narra la storia di Federico Nemis, uno studente universitario di giurisprudenza, debole e titubante, insoddisfatto della vita, spesso invischiato in amori complicati, indifferente alle contraddizioni e alle problematiche di un’epoca che contesta idee, valori e comportamenti del passato, ma fanatico del mondo calcistico, l’unica sua vera passione giovanile.
La nomina di insegnante di lettere in una scuola media di uno sperduto paesino della Sardegna si rivela tuttavia provvidenziale. Fare il professore gli permette di acquistare una certa autonomia economica e dalla famiglia d’origine, ma soprattutto di comprare la sua prima Seicento, un grande vanto per quegli anni. Diventa pertanto il punto di riferimento di molti alunni, che lo apprezzano per la sua passione istintiva.
L’iniziale indifferenza a tematiche politiche, sociali e religiose lascia così finalmente spazio a un percorso di formazione e di crescita anche grazie all’incontro con Luisella, una matricola della facoltà di giurisprudenza che proviene da un ambiente sociale operaio molto diverso da quello di Federico, con cui sosterrà pian piano accese discussioni politiche. È il 1963, in piena guerra del Vietnam con tutte le sue atrocità, ma altre saranno le occasioni di dibattito, tra cui l’elezione in Cile di Salvador Allende nel 1970 e il golpe dell’11 settembre 1973 che porta al potere Pinochet.
Caduti i pregiudizi che l’hanno condizionato profondamente e negativamente, e in seguito agli incontri con don Marino, un prete contestatore, Federico trova infine se stesso e gli altri, l’amore tanto agognato e la vita.
Con questo romanzo d’esordio Demurtas filma una condizione umana più vasta con descrizioni puntuali, personaggi che si incontrano, si perdono e si ritrovano, emozioni, digressioni ragionate su liberalismo e comunismo, religione e religiosità, excursus antropologici, geopolitici e sociologici. Il tutto usando la parola in modo talentuoso, tessendo metafore e un fraseggiare classico e moderno allo stesso tempo.
Claudio Demurtas nasce a Mores, in provincia di Sassari nel 1942, ma vive tra Palermo e Carbonia, dove viene a contatto con culture portatrici di diversi valori fondamentali nella sua formazione e attività di scrittore. Trasferitosi a Cagliari, si laurea in Giurisprudenza e accetta l’incarico di assistente volontario del professore di Istituzioni di Diritto Romano. Ben presto diventa docente nella scuola media, attirato dalle problematiche giovanili conosciute durante gli studi universitari, dove insegna Diritto ed Economia Politica per più di 40 anni. Chiaro di Venere è il suo primo romanzo.